Domanda simpatica..........sei condannato a leggerti la risposta adesso ahahahahah...............Il 43esimo presidente degli Stati Uniti d'America è nato il 6 luglio 1946 a New Haven, in Connecticut. La sua è una famiglia dalle solide tradizioni politiche, basti considerare il fatto che il padre, George Bush senior, è stato anch'egli presidente degli Stati Uniti dal 1988 al 1992, mentre la madre, Barbara Bush, ha un fratello minore attualmente governatore della Florida.
Se il percorso politico di Bush junior si è sviluppato sulla scia degli esempi familiari, in questo confermando la sua immagine di persona integrata e fedele alle tradizioni (al contrario di altri "ribelli), tradizioni che si rifanno alla morale protestante di stampo metodista, anche la carriera scolastica ricalca fedelmente le orme dell'impostazione paterna, essendosi laureato dal 1968 all'università di Yale, esattamente come il padre. In seguito, proseguendo gli studi, ha conseguito un master in business administration all'università di Harvard. Tuttavia, all'interno di questo edificante quadretto, grazie allo scavo di giornalisti intraprendenti, alcune ombre hanno fatto capolino nella biografia del giovane Bush, "macchiata" da qualche ragazzata episodica a cui non è estrano, secondo alcuni giornali americani, anche l'uso di alcune blande sostanze stupefacenti.
Il suo approccio alla dimensione politica è comunque estremamente pragmatico e anzi tende a guardare con occhio critico il mondo politico proprio dall'interno. E' nota, infatti, l'avversione di Bush verso tutto ciò che è eccessivamente intellettualistico, a cominciare dalle analisi troppo sofisticate che si leggono nei saggi dedicati all'argomento. Così com'è nota, parallelamente, la sua avversione per la categoria dei politici in genere. Egli si avvale, per corroborare questo tipo di atteggiamento, delle sue esperienze professionali avulse dal settore strettamente politico, accreditandosi agli occhi dell'elettorato come un professionista che si presta alla politica per servire il suo Paese. Ecco allora i richiami al lungo periodo in cui ha lavorato nella società petrolifera "Spectrum Corporation" nel Midland e, fino al 1986, nell'industria energetica Harken Energy Corporation. Oppure, al suo staff piace sottolineare che è stato pilota della Guardia Nazionale Aerea del Texas. Infine, la sua immagine si è costruita a partire da un modello che corrisponda in tutto e per tutto alla dimensione media dell'elettorato americano, a partire dalla grande passione per il baseball (nel 1989 ha addirittura acquistato, con un gruppo di soci, la squadra di baseball dei Texas Rangers).
La sua carriera politica invece comincia nel 1978 quando si candida nel partito Repubblicano per farsi eleggere alla Camera dei rappresentanti del Texas, cosa che gli riesce. Nell'88, ormai pratico di quel mondo che tanto detesta, cura come consigliere la campagna elettorale per le presidenziali del padre.
Nel 2000, invece, si candida alle elezioni presidenziali, contro l'attuale vicepresidente Al Gore, democratico. Si tratta di una delle campagne in assoluto più sofferte della storia americana, non solo per l'esiguo scarto di voti fra i due, ma anche per alcune deficienze del sistema elettorale che in alcuni paesi costringono a una nuova verificare delle schede, con conseguente strascico di polemiche e sospetti di brogli (si scatenò infatti una polemica sul meccanismo di punzonatura e di perforazione delle schede, un metodo "tecnologico" introdotto di recente). Si presenta così una situazione inedita, con ricorsi da una parte e dall'altra ai vari gradi di giudizio e con il rischio di una delegittimazione della carica presidenziale.
Ad ogni modo, benché inizialmente Al Gore sembrasse favorito (seppur di pochissimo, come si è detto), i voti sanciscono, dopo più di un mese di polemiche e di conteggi, la vittoria di strettissima misura di Bush jr.
Nel gennaio 2001, dunque, il neo presidente si insedia alla Casa Bianca. Il programma prevede una massiccia riduzione delle tasse (particolarmente sui redditi più alti), una riforma della scuola che attribuisce maggiori poteri e fondi agli Stati federali, una politica di contrasto contro l'aborto, un decentramento dei controlli anti-inquinamento e l'ampliamento di ricerche petrolifere in Alaska. Sul piano internazionale, invece, è favorevole come si è detto alla ripresa del piano per lo "scudo stellare", a un ripensamento dei rapporti con la Russia, al disimpegno nei Balcani. Nei mesi successivi le linee di Bush trovano applicazione in alcuni importanti momenti istituzionali: la richiesta (contrastata dall'UE e dal Giappone) di ridiscutere il protocollo di Kyoto sull'ambiente e l'opposizione, in sede ONU, alla regolamentazione della vendita delle armi leggere.
Ancora sul versante estero, dichiara subito linea dura con la Cina e con l'Iraq, oltre all'incentivazione delle spese militari. Saggiamente, però, pensa subito a rassicurare le mamme americane sull'utilizzo dei loro figlioli in missioni di guerra, memore delle ferite psicologiche riportate in esperienze precedenti (guerra del Vietnam "in primis"). In sostanza, promette l'utilizzo di truppe solo nei casi in cui sia in gioco l'interesse nazionale.
Durante il discorso nella sede della camera dei rappresentati del Texas, Bush dice di voler creare: "un'America che sia istruita, così che ogni bambino abbia le chiavi per poter realizzare quel sogno; e un'America che sia unita nelle nostre diversità e nei nostri valori condivisi che sono più grandi della razza o dell'appartenenza di parte. L'America - dice ancora - deve incoraggiare la stabilità da una posizione di forza, mettendo la sicurezza nazionale al primo posto e impegnandosi a sviluppare il sistema di difesa missilistico".
George Bush jr, inoltre, si è trovato ad affrontare una delle crisi più gravi a cui sia andato incontro il suo Paese, ossia gli squilibri derivanti dagli attacchi terroristici e dalla loro lotta. George W. Bush è stato rieletto alle elezioni del novembre 2004 battendo il candidato democratico John Kerry con oltre 59 milioni di voti, con la maggioranza per i repubblicani sia alla Camera che al Senato: meglio di ogni presidente che l'ha preceduto.
Sono naturalmente ancora aperti i giudizi sulla politica che il Presidente ha portato avanti in questi mesi. Solo la storia potrà giudicare della giustezza o meno delle sue decisioni.